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Old 06-22-2011, 01:23 AM   #15
Alteregoxxx
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Default Lezione 7: i processori di segnale. Parte A

Ciao a tutti gli amici che stanno seguendo questo corso per tecnico del suono gratuito. In questo nuovo appuntamento desidero riprendere il discorso da un punto di più pratico e tecnico. Parleremo infatti di effetti e processori di segnale. Sappiamo bene che lo strumento principale per un tecnico del suono è il mixer. Troppo spesso però ci si dimentica che, per ottenere un buon mixaggio o delle ottime sonorità live, oltre ai microfoni ed al mixer, sono necessari degli effetti.

Quando si parla di effettistica si parla di processori esterni (o incorporati) al mixer atti all’elaborazione del suono, o meglio del segnale musicale. A seconda della piattaforma con cui si lavora questi effetti possono essere degli scatolotti fisici (outboards) o dei piccoli programmini che si innestano all’interno del programma principale (plugins).



Gli scopi per effettuare un’elaborazione su un segnale musicale possono essere più diversi: modificarne il contenuto di frequenze e lo spettro, modificarne la dinamica, aggiungere delle alterazioni timbriche, conferire una connotazione spaziale ad un suono, aggiungere degli effetti speciali, ecc… a seconda dell’esigenza sono stati inventati diversi strumenti: se il microfono è quello strumento che permette di trasformare l’energia acustica in segnale elettrico, il mixer l’oggetto proposto a raggruppare più segnali elettrici in un unico segnale elettrico (oppure in due segnali elettrici nel caso della stereofonia, o in sei nel caso del surround) gli effetti sono degli strumenti che consentono l’alterazione ed eventualmente il miglioramento delle caratteristiche tecniche ed artistiche di un segnale elettrico musicale (del caso di effetti software o digitali l’alterazione viene fatta, ovviamente, sulla rappresentazione numerica del segnale elettrico).

Ci sono diversi criteri per catalogare i processori di segnale. Quello che a me piace di più è quello che divide gli effetti in due grandissime categorie: gli effetti di dinamica e gli effetti di colore.

I processori i “dinamica” sono quegli effetti deputati a cambiare i connotati ad un segnale audio: l’equalizzatore è il tipico processore di dinamica che, guarda caso, viene comunemente integrato in tutti i mixer. Altri processori di dinamica sono il compressore, il noise gate, molti altri….

I processori cosiddetti “di colore” sono quei processori che, dato un segnale elettrico dai connotati perfetti, si preoccupano di aggiungere una certa sonorità o un certo colore al segnale trattato. Esempi tipici di processori di colore sono il riverbero, i vari delay, chorus e flanger, ecc…. che vengono apposti su segnali già tecnicamente ed artisticamente “corretti”.

Questi sono solo alcuni degli effetti messi a disposizione dal mercato hardware e software, tuttavia sono queste le categorie principali di effetti che aiutano il tecnico del suono a raggiungere il buon risultato sia nel mixaggio che nel live.

Vediamo ora nel dettaglio a che cosa servono i vari processori sopraelencati: ovviamente non potremo scendere nel dettaglio pratico del loro utilizzo ma ciò che di seguito potrai leggere ti permetterà di affrontare con maggior serenità i manuali dei tuoi plugins o del tuo mixer. Infine ritorneremo sull’equalizzatore, che, essendo il processore più famoso ed utilizzato, necessita a mio avviso di un ulteriore approfondimento sulle sue caratteristiche ed utilizzo.

Processori di dinamica:

L’equalizzatore è quello strumento che consente al tecnico del suono di modificare la timbrica di un segnale, di alterarne le frequenze medie, basse o alte a seconda di esigenze tecniche o stilistiche. Con l’equalizzatore è possibile effettuare delle modifiche sostanziali allo spettro di frequenze di un determinato segnale audio. È un termine molto utilizzato per definire l’intervento dell’equalizzatore e “risposta in frequenza”. Questo termine identifica in maniera generica il fatto che, dato per assunto, in ingresso ad un equalizzatore, un segnale audio caratterizzato da rumore bianco (ossia un rumore composto da tutte le frequenze appartenenti allo spettro dell’udibile, allo stesso livello), in uscita l’andamento del livello delle singole frequenze venga o meno alterato. Un sistema audio definito con risposta in frequenza lineare indica che il contenuto spettrale del segnale in ingresso sarà equivalente a quello del segnale in uscita. L’equalizzatore è, per definizione, un oggetto pensato per modificare lo spettro di frequenze di un segnale in ingresso.



All’interno del corso per tecnico del suono di ScuolaSuono.it vengono dedicate oltre cinque ore allo studio ed all’approfondimento degli equalizzatori e del loro impiego. È ovvio che in un articolo di questo tipo, non riusciremo ad essere esaustivi. Prima però di passare la descrizione degli altri processori che tipicamente vengono impiegati nell’audio, ti avverto che riprenderemo più nel dettaglio il discorso relativo agli equalizzatore tra qualche riga in questo stesso articolo: l’equalizzatore è uno di quegli strumenti onnipresente nelle apparecchiature e nei software audio ed è bene sapere almeno di che cosa si sta parlando prima di muovere le manopole a casaccio…

Il compressore, l’expander ed il limiter sono tipicamente quei processori deputati alla gestione della dinamica di un segnale (intesa proprio come differenza tra livelli minimi e massimi, di escursione di “volume” se vogliamo).

Ogni segnale, oltre che essere caratterizzato da un certo spettro di frequenze che varia continuamente, è anche caratterizzato da valori di dinamica: quando parlo, io posso parlare sottovoce oppure URLAREEE; questo è un cambio di dinamica. Quando sono un assolo di chitarra io posso suonare il pianissimi o, alzando il livello dell’ampi a manetta, i fortissimi, ecc….



L’argomento processori di dinamica
è uno di quegli argomenti belli tosti, molto appaganti ma molto difficili da padroneggiare. Per quanto mi riguarda non passa giorno sull’audio che io non impari qualcosa sui processori di dinamica, sul loro corretto impiego, sul loro utilizzo creativo. Spiegare a parole l’utilizzo e l’utilità del compressore, dell’espander, e del limiter, oltre ad essere un’impresa non semplice, risulta anche essere molto deficitaria: ecco perché, anche nel caso dei processori di dinamica, all’interno del corso per tecnico del suono di ScuolaSuono.it, ci sono oltre cinque ore di spiegazione ed esempi pratici con prove tecniche registrate nello studio di registrazione Angel’s Wing di Nico Odorico. Puoi trovare un estratto interessante del lavoro di comparazione fatto con Nico a questo link:
http://www.scuolasuono.it/home/inter...s-wing-studio/

Tuttavia, in linea di massima, tanto per capire di quello di cui stiamo parlando, possiamo dire che il compressore è quel processore dedicato a diminuire il range dinamico di una parte musicale suonata o cantata e dunque ad avvicinare, in termine di “volume” complessivo, i pianissimi ai fortissimi. Lo scopo può essere essenzialmente tecnico (ossia, sapendo che il mio brano verrà ascoltato spesso in un’autoradio o in un lettore MP3, essendo a conoscenza del fatto che il sistema d’ascolto non sarà un sistema professionale e che le condizioni d’ascolto saranno rumorose, per evitare il rischio che l’ascoltatore perda i dettagli nei passaggi di pianissimo, utilizzando la compressione posso fare in modo che anche passaggi più deboli vengano percepiti come più forti) oppure di tipo artistico (una chitarra elettrica ben compressa risulta essere molto più aggressiva ed appagante rispetto allo stesso segnale senza compressore).

L'expander è un processore di dinamica che effettua l’operazione inversa rispetto compressore: anziché diminuire la gamma dinamica di un segnale la amplifica, ossia i pianissimi verranno resi ancora più inudibili rispetto ai fortissimi. L’estremizzazione dell’espander è quello che comunemente viene conosciuto come noise gate.Il noise gate è lo strumento che virtualmente consente di eliminare i rumori di fondo, come ad esempio il fruscio di un amplificatore particolarmente udibile quando il chitarrista non sta suonando, ed in pratica funziona così: stabilito un certo livello di riferimento del segnale, tutte le porzioni di segnale che supereranno quel livello verranno lasciate passare oltre nella catena audio, ciò che invece risiede al di sotto di quel livello verrà “abbassato” fino ad essere reso inudibile. Se perciò la soglia di riferimento viene impostata ad un livello appena sopra il livello di fruscio di fondo dell’ampli, quando l’unico segnale che transiterà all’interno di questo processore sarà il fruscio, il volume sarà abbassato; quando invece il chitarrista suonerà una nota, e dunque il livello supererà la soglia, il segnale audio verrà lasciato transitare.
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