View Single Post
Old 06-22-2011, 01:25 AM   #17
Alteregoxxx
Human being with feelings
 
Join Date: Dec 2007
Location: Italy
Posts: 169
Default Lezione 7: i processori di segnale. Parte C

Focus: Equalizzatore

Vediamo ora più approfonditamente il discorso equalizzatore. Di certo non pretendo che questa trattazione risulti essere esaustiva ma, al solito, il mio scopo è quello di darti delle informazioni base affinché tu possa sfruttare le informazioni che trovi in rete in maniera proficua e non dispersiva.



L’equalizzatore è forse il più famoso e conosciuto tra i processori utilizzati nell’audio tanto che, nella maggior parte delle volte, esiste un equalizzatore integrato anche nei sistemi high-fi casalinghi o car-audio.

Esistono diversi tipi di equalizzatore a seconda della funzione dell’equalizzatore deve svolgere ma la sua funzione principalmente rimane quella di alterare, da un punto di vista spettrale, o se vogliamo timbrico, il contenuto sonoro di un segnale audio.

Quando su un qualsiasi apparecchio audio, dall’autoradio all’amplificatore per chitarra, utilizziamo dei controlli per aumentare o diminuire ad esempio i bassi, gli alti, i medi, non stiamo facendo altro che utilizzare un equalizzatore.

L’equalizzatore nasce, come dice la parola stessa, per riequilibrare il contenuto sonoro di un segnale audio ottenuto da un microfono: in poche parole, fin dagli albori dell’audio, gli ingegneri del suono dell’epoca si sono resi conto che l’utilizzo del microfono già di per sé restituiva un segnale dalla timbrica falsata (ad esempio con pochi altri con molti medi). Si è perciò inventato un apparecchio che, in dominio elettrico, desse la possibilità all’operatore di rimettere mano alla timbrica del segnale registrato.

Dobbiamo stare attenti però che, con la parola equalizzatore, spesso si intende un insieme di filtri: esistono infatti molti filtri ed un equalizzatore non è altro che il raggruppamento di un certo numero di questi.

I tipici filtri che si possono incontrare nella maggior parte delle macchine audio professionali e semi professionali sono il filtro Shelving, il Peaking ed i passa alti o passa bassi.

Senza voler per forza entrare in dettaglio, limitando l’articolo ad una trattazione semplice ed adatta a tutti, possiamo dire che i filtri Shelving sono quelli deputati ad incrementare o a diminuire il livello (e quindi il volume) di una certa porzione dello spettro del segnale (una certa porzione di frequenze) a partire da una determinata frequenza. Mi rendo conto che cercare di immaginarsi questi concetti senz’aver trattato in maniera approfondita tutto ciò che riguarda la conoscenza del suono e del segnale audio, il discorso delle frequenze e delle somme di frequenze e senza un po’ di teoria alle spalle questi ragionamenti possono risultare leggermente complicati da seguire. Tuttavia non credo che tutto ciò scoraggi in partenza la persona che per la prima volta si trovi di fronte ad un equalizzatore di un mixer: ci sono dei pomelli da girare, gli Shelving sono quei pomelli che alzano o abbassano gli alti o i bassi di un segnale.

Quando nell’autoradio o nel tuo amplificatore di chitarra è presente un controllo per aumentare o abbassare gli alti allora trattasi di filtro Shelving.

Questo tipo di filtro, nei mixer più costosi o nella maggior parte dei sistemi software, è dotato di due controlli: la quantità di intervento (gain) e la frequenza di intervento (cioè, da questa frequenza in su, oppure, da questa frequenza in giù, alza o abbassa di una certa quantità il livello del segnale).



I filtri di tipo Peaking invece sono quelli deputati all’intervento su un range di frequenze limitato o meglio su un’unica porzione dello spettro (idealmente, le frequenze inferiori e superiori alla range di intervento di questo filtro vengono lasciate inalterate).

Capisci bene che il filtro Peaking è tipicamente utilizzato per l’intervento sui cosiddetti “medi”. Il concetto è questo: aumenta o diminuisce la porzione sonora del segnale audio in un range limitato, attorno ad una certa frequenza. Nella maggior parte dei mixer professionali e nella quasi totalità degli strumenti software, il Peaking è provvisto di due comandi: quantità di intervento e frequenza di centro banda. Nei filtri più elaborati, specialmente in quelli digitali, è facile trovare il controllo dedicato all’ampiezza dell’intervento, ossia a quanto larga o stretta debba essere la campana raffigurata in un grafico di risposta in frequenza: più stretta sarà la forma dell’intervento, più selettivo sarà il filtro e maggiore sarà la probabilità di riuscire ad innalzare o ad abbassare una porzione molto precisa di frequenze (questo tipo di filtro viene tipicamente utilizzato per identificare ed eliminare l’effetto Larsen nei concerti). Più larga risulterà essere la “forma” dell’intervento, meno preciso sarà l’intervento del filtro, maggiore sarà la probabilità di alterare timbricamente il segnale e di creare sonorità artistiche.

Infine, l’ultima tipologia di filtri che analizzeremo in questo articolo sono denominati Passa Alto e Passa basso (o Hi-pass e Low-pass). Questa tipologia di filtro è tipicamente passiva e cioè, nella pratica, è un componente che non è in grado di generare una amplificazione ma solo di tagliare. Il passa basso è infatti il filtro che permette di eliminare completamente i bassi a partire da una certa frequenza. Viceversa, il passa alto è il filtro che permette di eliminare da un segnale audio gli alti a partire da una certa frequenza. Nella pratica si assiste sempre ad una diminuzione progressiva del livello del segnale in funzione della frequenza.



Possiamo dire anche che, tipicamente, l’utilizzo di entrambi i filtri in combinata determina ciò che viene definito come band reject o band pass a seconda dei casi.

L’utilizzo classico che si fa di questi filtri è per limitare la risposta in frequenza di determinati strumenti. Ad esempio nel caso del segnale microfonico di una voce, il tecnico esperto sa bene che tutto ciò che risiede al di sotto degli 80 Hz, con molta probabilità, è segnale indesiderato dal momento che la voce umana non contiene porzioni significative ti basse frequenze. Nel caso del segnale di una chitarra elettrica invece il bravo fonico sa che, al di sopra dei 4-5000 Hz c’è solo rumore e dunque, non essendo caratterizzato il suono di elettrica da altissime frequenze, non ha senso farle passare oltre nella catena degli strumenti audio.
Alteregoxxx is offline   Reply With Quote